martedì 15 luglio 2008

CERCHI NEL GRANO-COME FARLI

Cerchi nel grano, ecco come farli
Altro che alieni, questa è "Land art"

Gli ultimi avvistamenti sono di qualche settimana fa in un campo vicino Varano, una frazione in provincia di Ancona. La mattina di domenica 29 giugno alcuni tennisti si sono accorti della presenza vicino al loro terreno di gioco di un enorme cerchio sul grano: un pittogramma dalla forma di fiore del diametro di circa 70 metri. Una figura “nata” nella notte e all’improvviso. Come quella di Polverigi, piccolo paesino sempre vicino al capoluogo marchigiano. Anche qui, qualche giorno prima dell’ avvistamento di Varano, è comparso un “cerchio sul grano”. Questa volta però il disegno ha la forma di una “chiocciola” di 15 metri. Non è la prima volta che in Italia, e soprattutto nelle Marche, si assiste al fenomeno dei “Crop circle”, ossia i "cerchi nel grano". Guarda la mappa



Ma chi è che crea questi “cerchi”? Che significato c’è dietro queste figure? Sempre più complesse e enigmatiche, molti pensano siano opera di alieni. Ma non è così. E a dirlo è chi questi cerchi li disegna. L’ingegner Francesco Grassi, oltre ad essere coordinatore al Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) del gruppo di studio sui cerchi nel grano, è anche un “circle-maker”, ossia un writer del grano.

Come si realizzano i “cerchi sul grano”?
Contrariamente ai miti che si sono creati negli anni, si realizzano con strumenti poco tecnologici e con molta inventiva. Basta un metro a nastro, delle tavole di legno e dei paletti per marcare le posizioni. Di notte gli occhi si abituano all'oscurità e non c'è bisogno di alcuna apparecchiatura per muoversi nel grano. Si entra nel campo attraverso le "tramlines", le linee che vengono usate dai mezzi agricoli. Non presentano steli e quindi si possono percorrere facilmente senza danneggiare la coltivazione e soprattutto senza lasciare tracce. Poi con l'uso di un metro a nastro si tracciano le prime linee di costruzione. Bastano due persone: uno fa da centro e l'altro, tenendosi alla giusta distanza, traccia con i piedi a passo laterale una circonferenza. Create tutte le linee si procede all'appiattimento, fase meno "intelligente" del disegno. E’ un po' come il gioco "Che cosa apparirà?" della "Settimana Enigmistica", in cui si devono annerire gli spazi segnati con il puntino.




Quanto ci si impiega?
Si possono impiegare un paio di ore, tutta la notte, ma anche molto di piu'. Ci sono formazioni documentate che sono state realizzate in più notti, anche fino a quattro notti consecutive.

Lei li fa in anonimato, perché? E quando ha iniziato a realizzarli?
La propria opera vive, se e solo se rimane nell'anonimato. Questa è la prima regola per diventare un vero circlemaker. Ho iniziato un po' di anni fa. Volevo capire quanto fosse difficile ed ero curioso di vedere i pareri degli "esperti" sulle mie formazioni anonime. Ho la certezza matematica che i sedicenti "esperti" dicono sulle mie formazioni le stesse cose che dicono su tutti gli altri cerchi che ritengono non realizzati da uomini.

E' solo l’uomo a realizzare i cerchi sul grano oppure ci sono altre forze?
A mio modesto parere il fenomeno è umano. D’altronde ho sperimentato sulla mia pelle che tutte le mie formazioni anonime sono rientrate nei database italiani e internazionali dei crop circles. Volendo invocare l'ipotesi extraterrestre al momento purtroppo non abbiamo alcuna prova seria e documentata di ciò, tanto meno che gli alieni vengano sulla Terra a farci visita. A maggior ragione non abbiamo alcuna prova che siano proprio gli alieni a lasciare quei segni sui nostri campi. L'ipotesi umana è quella al momento più solida, consolidata, provata e inattaccabile.

Ma realizzare cerchi sul grano non danneggia i proprietari del campo che la mattina si vedono al posto delle spighe enormi disegni?
Certo, è illegale entrare nella proprietà altrui e danneggiare il raccolto. Invito chi vuole sperimentare il circlemaking ad accordarsi con il proprietario del campo.




Però se il cerchio non viene bene, è difficile correggere l'errore
Gli errori accadono. Di solito il disegno si modifica in corso d'opera per coprire la svista. Ci sono numerose formazioni documentate in cui si riscontrano queste imperfezioni, ma il punto è che non conoscendo il disegno iniziale, spesso questi tipi di errori non vengono colti dal pubblico.

Qual è la posizione del CICAP nei confronti del fenomeno crop circles?
Riteniamo che i crop circles siano, fino a prova contraria, opera della creatività, della fantasia e dell’ingegno umano. Se negli anni ‘80 si poteva parlare di burloni, oggi questa posizione va rivista. Si è di fronte a delle opere che appartengono a una nuova forma d’arte, la "Land Art". I crop circles sono espressioni artistiche e dietro a tutto questo non c’è nulla di paranormale o alieno, ma un folto gruppo di appassionati che approfittano dell’oscurità per dare vita a una vera e propria espressione artistica, avvolta da un alone di mistero.

Che cos'è la Land Art?
Il termine "Land Art" fu coniato per la prima volta in California nel 1969 da Gerry Schum, raccogliendo i lavori di artisti che operavano attraverso interventi sul paesaggio sfruttandone gli elementi senza alterarlo in modo permanente. Per questo motivo le opere non sono né fissate, né protette, ma semplicemente "regalate" alla natura e sono destinate a subire poco per volta uno "smantellamento naturale" ritornando ad essere parte del paesaggio.

I cerchi sul grano sono come i graffiti per i writer?
C'è una forte analogia fra graffiti e crop circles, l'anonimato degli autori. La differenza fra i crop circles e i graffiti è però enorme: i cerchi forniscono allo spettatore un luogo "magico" in cui sentirsi parte integrante di un mistero e in cui entrare per vivere un'esperienza con tutti i sensi, unica, irripetibile. I cerchi sono dei "templi temporanei" in cui chiunque può entrare e celebrare il proprio culto, i graffiti no.


Pasquale Filippone
http://www.tgcom.mediaset.it/tgtech/articoli/articolo421112.shtml

domenica 10 febbraio 2008

STUDIO SUI CERCHI NEL GRANO

Lo studio dei Crop Circle

di: Andrea Barucci - GAUS http://www.gaus.it/

Nell’ultimo periodo di tempo, anche grazie agli ultimi cerchi apparsi in tutta Italia, si è parlato molto dei cropcircles. Mi sembra giunto il momento di fare un minimo di chiarezza. Per prima cosa chiariamo la faccenda dell’allungamento dei nodi.



Allungamento della spiga dovuto al gravitropismo.

L’allungamento dei nodi a cui fa riferimento il dott. Haselhoff nel suo libro non ha niente a che vedere con il noto fenomeno del gravitropismo, ossia la tendenza spontanea delle piante schiacciate a curvare i nodi verso l’alto, in modo da permettere alla pianta di raddrizzarsi.


La foto sopra e quelle sottostanti mostrano proprio tale fenomeno.


Haselhoff e Levengood hanno ipotizzato che l’allungamento dei nodi sia dovuto al riscaldamento, con conseguente dilatazione delle cellule, provocato da microonde emesse da una sorgente elettromagnetica. I dati sperimentali confermano che l’allungamento dei nodi nella formazione varia con la distanza dal centro in maniera inversamente proporzionale al quadrato della distanza, il che fa presupporre ad una sorgente che emette con simmetria sferica, posizionata al centro della formazione.







L’allungamento è maggiore al centro e poi decresce con il quadrato della distanza dal centro, fino a diventare pari a quello del grano fuori dalla formazione. Le altre “anomalie” riscontrate sono la presenza di insetti morti attaccati alle spighe e la presenza di sfere di SiO2 sul grano, la cui formazione può avvenire solo con un forte riscaldamento.





Molti tendono a giudicare l’autenticità di una formazione in base al disegno più o meno complicato, il che non è oggettivo. Abbiamo molti esempi di formazioni complesse fatte dai circlemakers.



Per quanto mi riguarda l’autenticità di un cerchio deve essere verificata in base a dati scientifici ben misurabili e non solo dalla bellezza o dalla suggestione che un cropcircle può dare. Come si riconosce una formazione autentica, ammettendo che esista? Sicuramente l’allungamento dei nodi in modo anomalo rispetto al terreno circostante è un buon indizio, la presenza di mosche morte attaccate alla spiga per il rostro ne è un altro. Ho sentito spesso parlare di anomalie nella radioattività naturale, vorrei capire perché dovrebbero esserci tali anomalie; perché in un cropcircle la radioattività deve essere diversa? Ma anche se misure rivelassero un effettiva presenza anomala (?) di radioattività naturale bisogna capire se è dovuta a processi naturali o ad altro. Si parla anche dei disturbi elettromagnetici presenti solo all’interno della formazione, anche in questo caso valgono i discorsi fatti per la radioattività.

Allungamento e tipo di sorgente

Dalla misura dell’allungamento dei nodi all’interno della formazione e in particolare da come variano con l’angolo e la distanza è possibile risalire all’andamento dell’intensità della radiazione emessa e quindi al tipo di sorgente e.m. che ha provocato tale allungamento. Uno dei punti cruciali in tale approccio è stabilire la relazione che lega l’intensità della radiazione con gli effetti sul grano. Il dott. Haselhoff ha assunto tale relazione essere lineare, ma questo è solo una prima approssimazione. Infatti tali relazioni sono molto spesso complicate e tutt’altro che lineari. Come ogni fenomeno fisico, così anche i processi e.m. sono soggetti al principio di conservazione dell’energia; ciò non significa che l’energia del campo e.m. si debba mantenere costante, perché esso può trasferire energia ad altri sistemi fisici. Ciò che deve mantenersi costante è la somma di tutte le forme di energia possedute dal campo e dai sistemi fisici con cui il campo interagisce. Proprio la conservazione dell’energia implica che per un’onda sferica l’intensità decresca come 1/r^2, visto che una sfera aumenta la propria superficie in modo proporzionale a r^2; in tal modo su ogni superficie sferica centrata sulla sorgente l’energia è costante. In generale pero’ l’onda e.m. emessa da una sorgente anche se puntiforme (cioè anche se ci si pone ad una distanza da essa molto maggiore delle sue dimensioni) non può essere approssimata come un’onda sferica. La sua intensità infatti, benché in ogni determinata direzione decresca come 1/r^2, dipende in generale dagli angoli q e j che individuano la direzione stessa. Nel caso ad esempio di un dipolo oscillante l’intensità dell’onda ha simmetria cilindrica ( non dipende da j ), ma dipende da q, oltreché da r:







Autore: Andrea Barucci
Gruppo Accademico Ufologico Scandicci





http://www.ecplanet.com/canale/scienza-1/ufologia-99/0/0/8265/it/ecplanet.rxdf